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CAMPEGGIO

 

Il campeggio, per ragazzi/e e giovani, è il momento vertice di un anno di lavoro educativo, là dove si sperimentano, nella condivisione di intere giornate, quelle linee di qualità che l'oratorio, scuola di vita cristiana, insegna. Oggi che tutti i ragazzi, almeno da noi, hanno centomila possibilità di vacanze, spetta proprio alla chiesa offrire esperienze alternative con questo forte taglio educativo.

I cui contenuti sono fondamentalmente una esperienza di comunione e fraternità nel nome e per la forza di Cristo. Questo significa fare Chiesa. Nell'accoglienza e rispetto reciproco; nell'interscambio di doni e servizi, a immagini di un corpo dalle molte membra tutte poste all'utilità comune; nella motivazione che ci deriva dal fate agli altri quello che vorreste fosse fatto a voi, e più nel qualunque cosa avrete fatto a uno dei miei fratelli più piccoli, l'avrete fatto a me. Dove il clima religioso e soprannaturale non è un di più aggiunto, ma l'anima profonda che deve innervare la giornata.
Naturalmente i contenuti vanno declinati a secondo dell'età con programmi diversi, nei quali adulti e educatori hanno un ruolo decisivo.
Ecco, l'educatore, qui è realtà decisiva!
Il campeggio punta tutto su una buona e appassionata èquipe di educatori. Gli educatori hanno una triplice funzione: essere animatori delle attività dei ragazzi, programmate con puntiglio per l'arco dell'intero periodo tenendo presente i diversi settori: ricreativo, logistico (corvè e sistemazione tenda), culturale, religioso, escursionistico, ecc: devono essere loro l'anima gioiosa del gioco, come dello studio, come della messa. Implica certamente una dedizione faticosa anche per giovani generosi, se vissuta con totalitarietà.
Secondo compito più delicato, ma anche più deciso, è l'amicizia e il rapporto personale con ogni ragazzo, i colloqui con lui, la premura ad una guida discreta ma sensibile e paziente anche agli umori propri dell'età. E una amicizia che sa lasciare profonde tracce quando è costruita con tenacia e intelligenza. Infine, terzo ruolo degli educatori è quello di costruire un cenacolo col prete, che cresca con lui nella condivisione pastorale e nella passione apostolica. Questo cenacolo diviene riferimento esemplare e trainante non solo per questi ragazzi ma anche per i coetanei più grandi e gli adulti che vedono in quel gruppetto l'inizio e il coagulo preciso del vivere una fede missionaria. Il risultato di tale lavoro è quello anzitutto i offrire momenti veramente indimenticabili di serenità ai ragazzi che ricordano il campeggio come uno degli angoli più belli della loro età giovanile.
Al tempo stesso educa a tener presenti tutti gli aspetti della vita, insegnando a dare il giusto spazio alla preghiera, al gioco, al riposo, al lavoro, all'iniziativa personale, all'accordo e servizio comunitario, ecc
In sostanza avvia ad una autonomia, ad un auto possesso che fa riferimento a un progetto e a dei valori e vince ogni schiavitù di mode e istinti. Se il timbro d'una vita lo si decide dai 14 ai 18 anni quanto sono preziosi questi momenti formativi coll'offrire strumenti decisivi per una vita adulta più libera e vera.

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