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UNITÀ PASTORALE

« La parrocchia è una determinata comunità di fedeli che viene costituita stabilmente nell'ambito di una Chiesa particolare, e la cui cura pastorale è affidata, sotto l'autorità del Vescovo diocesano, ad un parroco quale suo proprio pastore.
Spetta unicamente al Vescovo diocesano erigere, sopprimere o modificare le parrocchie; egli non le eriga, non le sopprima e non le modifichi in modo rilevante senza aver sentito il consiglio presbiterale. La parrocchia eretta legittimamente gode di personalità giuridica per il diritto stesso. »

(Codice di diritto canonico [CDC], can. 515)

Centro della vita di una parrocchia è la celebrazione dell'Eucaristia domenicale, dove tutta la comunità cristiana di quel territorio si riunisce per ascoltare la Parola di Dio, lodare Dio e spezzare il pane.

In seguito a un numero diversissimo di fattori, una parrocchia può avere un numero di abitanti molto basso (alcune centinaia di cattolici o meno), fino a comprendere il territorio di una piccola città: in America Latina esistono parrocchie che possono avere centomila abitanti, e che di fatto sono più grosse di intere diocesi di altri paesi.

Etimologia
Il termine deriva dal latino medioevale paroechia, a sua volta calco dal greco παρоικια (=aggregato di case, vicinato); il lemma si ritrova nelle Scritture col significato di soggiorno temporaneo in terra straniera, riflettendo uno stadio in cui la comunità non era organizzata. Il termine cominciò a venire impiegato nel III secolo col significato attuale di diocesi, poi nel IV secolo con quello moderno di suddivisione di una diocesi. Secondo quanto possiamo leggere nelle note e commenti della Bibbia di Gerusalemme, ed. 1973alla 1.a lettera di Pietro versetto 1.1, il termine deriva da paroikia, ovvero esilio.chiesa


Storia
Originariamente le prime comunità cristiane affidavano tutta la liturgia ad un vescovo, che risiedeva in una città. Al di fuori delle sede vescovili non esistevano chiese, fino a quando nel IV secolo le comunità cristiane rurali non divennero tanto numerose da richiedere la residenza permanente di un membro del clero. Nel 320 il Concilio di Neocesarea parla dei corepiscopi, presbiteri e vescovi rurali. Inizialmente le comunità rurali erano sotto la diretta amministrazione del vescovo, ma in Oriente il Concilio di Calcedonia (451) prescrive un'amministrazione distinta. In Occidente il processo di creazione delle parrocchie fu più lungo e graduale. Dal IV al VI secolo furono erette chiese rurali dapprima nei villaggi, poi anche nei latifondi ecclesiastici e privati. Uno o più sacerdoti risiedevano presso la chiesa. In principio l'amministrazione pastorale e patrimoniale delle chiese rurali era di competenza del vescovo, le parrocchie non avevano confini ben definiti. Nel VI e VII secolo i concili provinciali fanno menzione di ecclesia rusticana o parochitana e infine di parochia. Gradualmente l'amministrazione è affidata ai sacerdoti residenti, che possono ricevere direttamente donazioni e legati dai fedeli. Conseguentemente il sacerdote residente diviene beneficiario delle rendite della parrocchia. Oltre alle chiese parrocchiali vengono erette anche chiese secondarie, cappelle e oratori, che restano però sotto la dipendenza della parrocchia. Questo vincolo di dipendenza è sottolineato dal diritto delle chiese parrocchiali di amministrare il battesimo, in ragione del quale i fedeli sono tenuti a ricevere i sacramenti e a pagare le decime alla chiesa del proprio battesimo. A partire dall'VIII secolo le campagne circostanti le parrocchie vengono assegnate come territorio proprio della parrocchia, che assume così confini certi. Verso l'XI-XII secolo la parrocchia rurale diviene il centro della vita cristiana della comunità e accanto alle chiese sorgono spesso scuole e istituti di carità. Si può dire che la parrocchia si sia conservata inalterata da allora. Le parrocchie urbane invece si svilupparono più lentamente a partire dall'XI secolo, perché la chiesa cattedrale rimase a lungo l'unica parrocchia della città sede del vescovo. A Roma tuttavia alcune delle funzioni parrocchiali furono svolte dai titoli e dalle chiese cimiteriali, già a partire dal IV secolo.

La diffusione delle parrocchie era comunque molto diversa tra diocesi e diocesi. Il Concilio di Trento sancisce l'erezione delle parrocchie nelle diocesi che ne erano ancora sprovviste. Tuttavia, la numerosità delle parrocchie è tuttora molto differente a seconda delle aree geografiche. Nei territori dell'Impero austriaco ad esempio la densità delle parrocchie fu notevolmente incrementata durante l'epoca del giuseppinismo, in cui i benefici ecclesiastici furono ridistribuiti da provvedimenti governativi per avvantaggiare la pastorale. Anche in Italia la suddivisione in parrocchie aveva evidenti disparità, almeno fino all'Ottocento. Alcune diocesi, anche estese, costituivano un'unica parrocchia e il vescovo era l'unico parroco.

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